Riportiamo un’intervista fatta ai volontari del Centro di Ascolto parrocchiale in occasione del 25° anniversario di attività e pubblicata sull’Eco di San Martino lo scorso febbraio 2014.
Come è iniziato l’impegno del Centro di Ascolto?
Il Centro di Ascolto ha iniziato la sua attività di volontariato 25 anni fa, il Mercoledì delle Ceneri del 1989 (8 febbraio). Era formato da circa venti volontari, per la maggior parte studenti universitari animatori dell’oratorio. Le persone più adulte facevano i turni in ufficio occupandosi dell’ascolto, i ragazzi facevano vari servizi: doposcuola, accompagnamento di bimbi da scuola a casa e di ragazzi con disabilità motorie. I primi assistiti del Centro di Ascolto erano persone con problemi familiari e di salute che necessitavano di supporto morale e di compagnia. Le necessità economiche non erano molte.
E’ cambiato qualcosa in questi 25 anni?
Con l’arrivo degli immigrati extracomunitari le cose sono completamente cambiate poiché i bisogni erano, e sono, principalmente di natura economica, lavorativa e di ricerca di alloggi. I volontari sono perciò impegnati a fornire borse di alimenti, effettuare pagamenti di affitti e bollette e cercare lavoro per gli assistiti, il più delle volte con scarsi risultati data la situazione di crisi in cui ci troviamo. Ultimamente bussano alla porta del Centro d’Ascolto molti italiani che hanno perso il lavoro o che non sono in grado di trovarlo.
Quali sono le attività in cui opera il Centro di Ascolto?
Il Centro di Ascolto ha funzioni di accoglienza, ascolto, affiancamento a famiglie o persone sole, per tentare la risoluzione dei problemi che ci vengono esposti. Diamo anche un aiuto materiale che consiste nella distribuzione di alimenti e nel sostegno economico per affitti e utenze. Quando l’importo della bolletta pare ingiustificatamente elevato, abbiamo un volontario che, controllati i contatori, si reca negli uffici delle società erogatrici. L’affiancamento alle persone ci porta ad avere contatti con l’ospedale, la questura, gli studi legali, i commercialisti e la scuola. C’è una stretta collaborazione con i servizi sociali e la Caritas Diocesana. In altre circostanze collaboriamo con associazioni operanti nella nostra città quali “Humanitas” e “Sodalitas”. Per quanto riguarda la nostra attività, va detto che è pienamente condivisa e sostenuta dall’associazione San Vincenzo che opera in parrocchia da molto tempo prima che esistesse il Centro di Ascolto, praticamente da sempre.
Una mattinata tipo: cosa succede?
Ecco cosa succede: riceviamo la famiglia o la persona singola, si consegna la spesa se ne ha bisogno, si interviene per le utenze precedentemente prese in esame, ci si informa su eventuali cambiamenti e ci si confronta sulle problematiche che emergono. Per chi si presenta per la prima volta, il colloquio è più approfondito in quanto si cerca proprio di comprendere la persona e di capire la situazione in cui vive; quando è necessario ci vengono forniti anche dei documenti. Anche noi ci facciamo conoscere e indichiamo quali sono le nostre possibilità di intervento. Insieme si cerca la soluzione al problema. Succede frequentemente di indirizzare presso altri uffici, soprattutto per la ricerca di un lavoro. Il contatto prolungato nel tempo ci porta a condividere sofferenze e speranze.
Quali sono le difficoltà più importanti nell’operare come Centro di Ascolto?
Fare il volontario al Centro di Ascolto è certamente un onore, ma anche un compito impegnativo: rappresentiamo la comunità parrocchiale e il povero che bussa alla porta incontrando me operatore dovrebbe poter cogliere dalle mie parole e dai miei gesti il fatto che io so Chi sto accogliendo in quel momento! Dobbiamo riuscire a creare un clima di fiducia reciproca, con un ascolto attento e rispettoso della dignità, della libertà e dei tempi della persona che abbiamo davanti, la quale sceglierà se condividere un percorso comune con noi, mettendosi in gioco attivamente. Gli aspetti più impegnativi del nostro operare sono sicuramente mettere a fuoco le necessità della persona che chiede aiuto e reggere la frustrazione quando non si hanno risposte da dare: le persone che ci chiedono di essere aiutate a trovare un lavoro sono tante e non basta certo da parte nostra tenersi informati, dare consigli o inventarci qualcosa! È sempre troppo poco! Fondamentale è anche “restituire” alla comunità: non è facile far conoscere le necessità di chi abbiamo incontrato, favorire un atteggiamento accogliente, coinvolgere e condividere la fatica e la gioia di questo servizio. Le iniziative dell’Adozione di una famiglia e della Raccolta Alimentare mensile che abbiamo attivato in parrocchia vanno comunque in questa direzione.
Come si coordina il nostro Centro di Ascolto di San Martino con gli altri Centri della città?
Una volta al mese presso la Caritas Diocesana si riunisce il Coordinamento dei Centri di Ascolto di Novara: è un prezioso momento di conoscenza reciproca, di approfondimento e di scambio di informazioni. In questi anni abbiamo anche portato avanti incontri e collaborazioni con singoli centri d’ascolto. È importante, e lo sarà sempre di più, collaborare con gli altri centri di ascolto ma anche con le varie associazioni presenti sul territorio per condividere i problemi e le possibili soluzioni.